Ultimo aggiornamento: 24 ottobre 2013 Utenti
logo

Scampoli
Le voci e le mani affondate nelle parole. Carta, matita. A volte il nero block notes o il portachiavi. Il più delle volte delle parole che si rincorrono finché le dita non battono forte sui tasti. L'urgenza di una mail.
O la quieta furia di una lettera. Poesie, appunti, graffi, racconti minimi, parole sussurrate.

Io l'Ulisse
Io l'Ulisse
Io il morto
Io il gravido
Io il senzapeso
Io l'immoto
Io il nonancora
Io il senzaterra
Io il sospeso

Io
Gli occhi strizzati nel sole

Sull'assenza V
...la scrittura è il gesto supremo dell'assenza, codardo, complice, correo.
E l'assenza, a ben guardare, "è una caratteristica come un'altra, può rappresentare una sorta d'identità".
Da l'intoduzione di Tigerhill, di Yoram Kaniuk

Cosmoagonia
tutte le lacrime, viste da dietro gli occhi,
sembrano tutte uguali
inenarrabili
imprescindibili
inamovibili
irreversibili
ma hanno poi sapori diversi

quelle di sconfitta o di vergogna,
ad esempio,
danno sapore al grigio minestrone
sui tetti grigi
dopo che giocattoli di latta
mi hanno mangiato la testa
per tutta la notte
sì, per tutta la notte.

Vox Pop #2
la tua voce
rifiuto elettrico
di cristallina purezza
come di
suadente
ferita

La conta
un cigolio
un respiro
un eco di un motorino
una macchina ferma
un cigolio
due macchine
un respiro
un affanno
un cinguettio
un altro cigolio
lo sferragliare di un tram

gennaio sputa addosso
all'autistico ciclista
un alito di primavera
-pungente saliva di brina
sugli occhi serrati-
sulla conta dei rumori
su quel broncio
mai dismesso

Sull'assenza IV
C'è qualcosa di rassicurante nel modo in cui mi guarda. Non so esattamente cosa sia, ma so che c'è. O forse no. Il suo sguardo contiene un'assenza.
"Da Richard Mason, Noi"

L'uomo con la valigia
l'uomo con la valigia
risale di dialetto in dialetto
la dorsale appenninica
dell’italico cielo
stracciato da nubi
-nella sera di Orvieto-
mentre appoggiato al finestrino
tutto gli sfugge
il torrente dove vorrebbe fermarsi
l’ulivo sotto cui dormire
il paese dove poter cercare un’osteria

a volte vorrebbe posare la valigia
accanto a un mazzo di chiavi
altre aver solo le mani in tasca come bagaglio
e scendere piano
incamminarsi lungo i binari
adagiarsi lungo il terrapieno della ferrovia
distante da ogni distanza
e dormire nel riquadro di un finestrino
di altri uomini con la valigia
che appoggiati al vetro
guardano la notte venir loro incontro
sfuggirgli

Per Alda
Il rumore uccide l’arte.
"Lenzuolo appeso davanti alla casa della poetessa Alda Merini, sui navigli, a Milano."


piccione

Ho un nuovo animale domestico
Ho un nuovo animale domestico
un piccione bianco
che prima pareva un gabbiano
poi una colomba
infine un piccione
-solo che bianco-

e non scappa
mangia riso basmati
e le mie piante
sta lì
con le piume al vento
in attesa di morire
o con un messaggio
importante da consegnare

finché non capirò
- a volte l'uomo è più stupido di uno stupido piccione-
lo porto a spasso la mattina
col guinzaglio della sua paura

Bastia
tela di Genova strappata
cieli squarciati a Le Havre
avanzi di riso thai al Siam
Bastia allagata di stelle sporche
- il faro è un abatjour
sul comodino di un molo in pietra -
una bitta per cuscino
è tutto quello che ho

in questa notte che è ovunque
ogni nome ha il suo porto

Fai di te un'isola
scoglio tra le rocce
pesce tra le reti
acqua tra il mare
odore tra i profumi
cielo tra le nuvole
pietra tra la terra

fai di te un'isola
lontana da tutto
anche da questa estate

Vox Pop #1
strappami la voce, Vox Pop
strappami la voce

Lo so
lo so
che un giorno mi mancheranno
queste aspre polverose terre
abbarbigliate al turcherse
di cieli veloci
come ora mi manca
l'odore del sangue dei vigneti in calore
i piedi dei pioppi affondati nelle nebbie
in autunni lontani

lo so per certo


occhiali

Tono su Tono
pesanti occhiali color del cielo -come prima della pioggia,
nell'odore dell'asfalto che si bagna- sudario di blu e di grigi
poggiati su altri grigi e su altri blu
riflessi di cieli del nord
chiari e luminosi come le giornate d'inverno
da confondersi col piombo di sguardi assenti
col ferro dell'orgoglio smarrito

la faccia che porterò a spasso questa primavera
sarà un'incontro di occhi e di cieli
-ma con l'odore di ciglia bagnate-

E' buona regola
è buona regola arrivare nelle isole per nave
sporchi di ferro e salsedine
nell'umido odore del mattino
e a me
che ho occhi di fenicio
e cuore di saraceno
il porto apre le sue gambe
offrendomi la stessa prospettiva d'acqua
immutata

Un'altra buona regola
un'altra buona regola è lasciare le isole per nave
nello sventolio di bianchi fazzoletti e di addii sbracciati
nelle urla di ormeggi mollati
tra il riconoscere di piazze di chiese di alberi ombrosi
l'isola ti risputa da dove sei venuto
ti rigetta in acqua

nel vapore di calori dolciastri
torno straniero

Di poche parole
mi piace l'indolenza
il languore del risveglio
la mia longobardaggine si scioglie nel sole
scivola verso sud
ghiaccio alla deriva

riservatezza meneghina
omertà sicula

ho preso il meglio dei due emisferi

Sul comodino
non è male decidere di percorrere la strada secondaria,
non la Grande Ricerca della Felicità,
ma la piccola e triste felicità degli aperitivi e dei baci.
"Da Walker Percy, L’uomo che andava al cinema"


marmellata

Animali domestici
ho un geco
dozzine di formiche
centinaia di ragnetti rossi
e una falena addomesticata
che mangia marmellata dalla mano
-ma solo crema di limone della reale casa "Fortnum & Mason"-

Sull'assenza III
l’assenza si protrae e bisogna che io la sopporti. Io devo perciò manipolarla: trasformare la distorsione del tempo in un movimento di va e vieni, produrre del ritmo, aprire la scena del linguaggio (il linguaggio nasce dall’assenza).
"Da Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso."

Sull'assenza II
all’assente io faccio continuamente il discorso della sua assenza: situzione che è tutto sommato strana; l’altro è assente come referente e presente come allocutore.
"Da Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso."

Sull'assenza I
(Come! Il desiderio non è forse sempre lo stesso, sia che l’oggetto amato sia presente o assente? L’oggetto non è forse sempre assente? – Non si tratta dello stesso struggimento: vi sono due parole: Pòthos, per il desiderio dell’essere assente, e Himeros, più ardente, per il desiderio dell’essere presente.
"Da Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso."


tetano

Per Tetano
clang clang
suono di ruggine che rimbomba nel vicolo notturno
tromba stonata accartocciata sulla lingua
che annuncia il suo cigolante arrivo su per il riottoso rione
-tutti si voltano, chi sarà mai che vien su piangendo?-
arranca si affanna si contorce sul suo corpo di metallo
sprizza sudore dalle ciglia dei raggi
cristonando sulla salita dei santissimi quattro
inarcando le reni drignando i denti di ferro
lacrimando preghiere per una discesa – o un piano almeno! –
dove poter sentire il proprio affanno
il corpo riposare nel proprio lamento
sull'infame sampietrino luccicante di pioggia
fradicio di sudore e lacrime di cielo
– il cielo come orizzonte di colpo, i pedali girano a vuoto
nel piombo del mattino (avresti detto cavallo azzoppato da abbattere) –
si aggrappa alla sua vita di seconda mano
si rialza battuto e sfregiato
la catena sbudellata sulla pietra
s'incammina come un vecchio
zoppicando sulle sue ruote
(iomotoresenzaanimasolomotore)

Senza titolo
voglio essere tromba
suono argentino che spazza la notte
nell'odore del legno
così che tu possa soffiare dentro di me
strapparmi un lamento
una lacrima d’ottone

Senza titolo
guardarti ad occhi chiusi
seguire con le mani la geografia del tuo volto
le ditanostromo che tracciano la mappa del tuo viso
per il mio palmonave che risale
-spinto dai caldi alisei del tuo respiro-
l'umida risacca della tua bocca
avanza doppia lo scoglio del tuo naso
urla tra le onde in burrasca dei tuoi capelli
per poi virare insabbiarsi fra i quieti lidi
della tua fronte seguire l'orizzonte delle ciglia
-scogliera a picco sugli abissi dei tuoi occhi
vortici di profondità marine-

finché

nel nero firmamento di occhi chiusi
Orione illumina la rotta di un bacio
alla mia boccamarinaio che approda
esausto
fra le tue labbra
gettando l'ancora di un respiro

Sporcarsi le mani
Con i colori
Con le parole
Le parole di Giovanna Noia
Le parole di Lucia Boscaini
Le parole di Sergio Tanara
Novità   Ricerca   Guest book   Contatti Note legali   Licenza Creative Commons   Powered by Mooffanka